L’Afghanistan è tornato nelle mani dei Taliban.
Riprendo un lungo testo del 12 Febbraio 2008. La politica è rimasta sorda alla tante sollecitazioni ricevute negli anni dalla società civile – afgana, italiana e internazionale – che in fondo chiedeva di leggere la realtà, sulla cui base prendere le giuste decisioni. La sordità e cecità della politica ha portato all’esito a cui stiamo assistendo.
AFGHANISTAN. L’URGENZA DI UNA DIVERSA STRATEGIA POLITCA E UN EFFICACE COORDINAMENTO DELL’AZIONE INYTERNAZIONALE.
Documento presentato dalle Ong di «Link 2007» alle Commissioni Esteri e Difesa della Camera e del Senato
12 Febbraio 2008
A cura di Nino Sergi, INTERSOS
Nel novembre 2006 INTERSOS e le Ong del Forum Solint si sono espresse sulla presenza italiana e internazionale in Afghanistan con un articolato documento che è stato reso pubblico ed inviato alle Commissioni Esteri e Difesa del Senato e della Camera. A più di un anno di distanza, riprendiamo quel documento, arricchendolo del contributo di analisi e proposta del coordinamento di Ong “Link 2007”. I contenuti rimangono infatti validi nella loro interezza, data anche l’incapacità/impossibilità dell’Italia di definire una posizione condivisa e autorevole da far valere all’interno dell’Alleanza Atlantica e nelle altre sedi internazionali e la conseguente forzata staticità delle posizioni del nostro paese, al di là di alcuni coraggiosi pronunciamenti del governo. Il documento è stato aggiornato, approfondito e ampliato in non pochi punti, al fine di garantirgli la massima corrispondenza con la realtà odierna dell’Afghanistan, così come da noi percepita anche attraverso il lavoro quotidiano dei nostri operatori e operatrici in diverse province del paese. Lo proponiamo come contributo al dibattito in corso e come pressante invito, ragionato e motivato, al cambiamento di rotta in Afghanistan, ora, prima che sia troppo tardi.
Gli interrogativi e le principali proposte del documento:
1 – l’esigenza di chiarezza sulla presenza internazionale in Afghanistan, che si è andata tacitamente modificando: perché?, con quale mandato e quali obiettivi?, quale strategia politica?, quali modalità?, quale uso della forza?, quale comando e quali strumenti operativi?;
2 – l’urgenza di una nuova strategia condivisa e coordinata che, pur continuando a garantire la necessaria forza militare di stabilizzazione e sicurezza, affermi il primato dell’iniziativa politica e dell’azione di cooperazione civile, di risposta ai bisogni e di ricostruzione del paese;
3 – la sicurezza, la difesa e la tutela degli individui, lo stato di diritto, la fine dell’impunità;
4 – il rafforzamento della società civile nelle sue espressioni organizzate, che hanno dato prova di sapere incidere sulla società e nella soluzione dei problemi;
5 – il recupero politico e il coinvolgimento di parte dei taliban;
6 – l’indispensabile distinzione tra la dimensione umanitaria e quella militare;
7 – l’adozione di strategie condivise per contenere gli effetti devastanti della produzione dell’oppio;
8 – la fine dell’operazione di guerra Enduring Freedom e la piena unificazione dell’azione militare per ricondurla sotto l’egida dell’Onu e del governo afgano;
9 – il consolidamento, la formazione e l’ampliamento di esercito e polizia nazionali, anche come unica alternativa alla permanenza prolungata delle forze straniere;
10 – la necessità di una conferenza internazionale per adottare una “strategia di successo”, con il coinvolgimento delle diverse identità afgane e dei paesi centro-asiatici.
Sono alcuni dei punti che vengono articolati nel documento. Una strada, quella che indichiamo, che deriva dalla realtà dell’Afghanistan come la conosciamo e viviamo insieme ai nostri partners afgani, difficile ma non impossibile, che richiede impegno, coerenza e intelligenza politica. Pronti a discuterne con chiunque intenda affrontare questa temi con serietà e senza pregiudizi.
L’INTERO DOCUMENTO E’ QUI ALLEGATO:
Nota Afghanistan Link2007 12 Feb 08