A proposito del bando del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale sulla cooperazione Italia-Israele.

Le osc, organizzazioni della società civile, e le istituzioni accademiche non dovrebbero mai interrompere – a mio avviso – le relazioni con le istituzioni omologhe in ogni parte del mondo. La pace si costruisce innanzitutto così, dialogando, collaborando, confrontandosi, scontrandosi anche, ma mantenendo sempre vivi, in ogni continente e ovunque possibile, i legami tra società e comunità di cultura. Le osc e l’accademia avrebbero la capacità, oltre che la volontà, di conoscere e comprendere le ragioni altrui, e di far conoscere e capire le proprie: si tratta di una capacità fondamentale, specie quando la politica trova più facile creare nette divisioni rispetto al paziente ma convinto e assiduo lavoro diplomatico-negoziale che la complessità del mondo attuale richiederebbe senza sosta.

La severa condanna di Hamas per l’efferato eccidio del 7 ottobre e la cattura di ostaggi civili innocenti, così come l’altrettanto severa condanna di Netanyahu e del fanatismo del suo governo per la risposta vendicativa e criminale con la distruzione di Gaza, l’uccisione di migliaia di donne e bambini, due milioni di affamati e per la continua occupazione illegale e brutale di territori palestinesi, richiedono entrambe di non interrompere quei canali di dialogo e confronto che possono dimostrare che altre vie sono possibili. E i rapporti accademici, così come quelli tra osc illuminate, possono produrre pensiero, proposta e mobilitazione sulle altre vie possibili.

Non so se l’insieme della “cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele” debba essere ripensata. Non ne conosco i contenuti e le finalità. Ma trovo alquanto inconsistenti le polemiche sull’attuale bando del MAECI duramente messo in discussione da alcuni atenei. È stato letto? E chi l’ha letto può affermare che 100 mila euro in tre anni (ca. 33 mila euro all’anno, compresi i viaggi e i soggiorni, finanziati dall’Italia al 50%, “a condizione che il bilancio dello Stato lo permetta”) possano contribuire alla ricerca tecnologica militare e non – come il bando prevede effettivamente – al miglioramento dei suoli, alla produzione di acqua potabile e lo smaltimento delle acque reflue, all’ottica di precisione e tecnologie quantistiche anche per rilevatori di onde gravitazionali di prossima generazione? Sarei il primo a contestare attività di tipo militare finanziate dal MAECI ma non è evidentemente così.

È un piacere vedere i giovani studenti universitari mobilitarsi, così come facevamo noi alla loro età, su cose giuste e cose sbagliate. E ci sono certo molte ragioni che giustificano la mobilitazione sui crimini di guerra commessi in sei mesi a Gaza da uno Stato democratico membro delle Nazioni Unite, che ha firmato le convenzioni di Ginevra sul diritto internazionale umanitario senza rispettarle e che non ha mai rispettato le risoluzioni del Consiglio di sicurezza contro le occupazioni illegali di terre palestinesi. In ogni caso, è nella libera manifestazione e nel sostegno delle proprie idee e nel libero confronto e dibattito che i giovani maturano. Ma al corpo accademico sarebbe richiesta qualche riflessione e visione in più. Se non le università (e le osc) chi può mantenere aperte quelle porte di dialogo sempre indispensabili nelle situazioni più difficili? Specie ora che tali situazioni si stanno aggravando?

___________________

Ecco in sintesi il bando:

LE AREE DI RICERCA: 1. Tecnologie per suoli sani (nuovi fertilizzanti, impianti del suolo, microbioma del suolo, ecc.), 2. Tecnologie idriche, tra cui trattamento dell’acqua potabile, trattamento delle acque reflue e industriali e desalinizzazione dell’acqua, 3. Ottica di precisione, elettronica e tecnologie quantistiche, per applicazioni di frontiera, come i rilevatori di onde gravitazionali di prossima generazione.

FINO A UN MASSIMO DI 11 PROGETTI COMUNI, dopo aver considerato le possibilità di bilancio, inclusa l’approvazione del bilancio statale da parte israeliana.

FINANZIAMENTO MASSIMO COMPLESSIVO PER TUTTI I PROGETTI DI RICERCA: 1.100.000 euro (equivalenti a 4.400.000 ILS), per un periodo di 3 anni. Il finanziamento massimo PER OGNI SINGOLO PROGETTO sarà fino a 100.000 euro per la parte israeliana (equivalenti a 400.000 ILS) e fino a 100.000 euro per la parte italiana per un periodo di 3 anni.

IN ITALIA: il contributo finanziario del MAECI coprirà fino al 50% dei costi ammissibili che, come sopra accennato, non possono eccedere 100.000 euro. Il finanziamento sarà concesso sulla base della relazione finanziaria finale e successivamente positiva valutazione della relazione scientifica finale da parte del comitato di valutazione scientifica del MAECI.

IN ISRAELE: MOST (Ministero dell’Innovazione, Scienza e Tecnologia) coprirà il 100% dei costi documentati e ammissibili della ricerca.

Il finanziamento dei progetti approvati dipende dalla disponibilità dei fondi e dal approvazione del bilancio dello Stato in ciascun Paese. Inoltre MAECI e/o MOST si riservano il diritto di annullare il presente bando o di non finanziare il secondo o il terzo anno di ricerca scientifica, professionale, amministrativa e di bilancio o politica motivi.