Gli aiuti, ancora estremamente limitati, sono portati a Gaza da una società privata militarizzata, con personale di sicurezza privato. Priva di qualsiasi competenza e esperienza in ambito umanitario, si presentai come “fondazione umanitaria”, ma opera al soldo di Stati che hanno affamato o hanno assistito in silenzio allo sterminio di 50 mila persone e all’affamamento di altri due milioni di civili. Si tratta di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Dei quali chi li ha compiuti dovrà rispondere.
Questi aiuti, distribuiti da contractor militarizzati e in modo del tutto insufficiente, fanno parte della tattica bellica e dell’azione militare del governo Netanyahu.
Alle organizzazioni umanitarie è da tempo proibito l’ingresso per portare aiuto e fornire assistenza ai feriti, alle persone più vulnerabili, ai bambini traumatizzati. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi è stata bandita, con la comoda e mai provata accusa di sostenere Hamas. I principi umanitari danno fastidio; umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza fanno paura. Tutto deve avvenire seguendo la criminale strategia militare di Netanyahu e dei suoi ministri fanatici.
Con i crimini del 7 ottobre Hamas ha condannato se stessa, e ha ricevuto la definitiva condanna dell’Occidente. La condanna dei crimini del governo Netanyahu, invece, non è ancora arrivata da alcuni importanti Stati occidentali, quelli ancora legati al doppio standard (si condannano i crimini dei nemici, ma si tace su quelli degli alleati). Tra questi, purtroppo, anche il governo italiano, che continua perfino a vendere armi a Israele.