6 Novembre 2016
Il Tavolo è stato coordinato dal viceministro Mario Giro. Il mio compito è stato quello di incalzarlo sollecitando, in questo, i partecipanti.
Nelle quasi tre ore di lavoro è apparsa chiara la molteplice importanza della cooperazione internazionale allo sviluppo che si intreccia con alcune delle più attuali questioni che ci toccano da vicino. Eccone alcune. La politica, spesso distratta ed esageratamente introversa, favorendo così l’introversione del sistema paese, dall’economia alla cultura alla stessa informazione. La visione del mondo ed il ruolo dell’Italia e dell’Europa per uno sviluppo equo e sostenibile, attento alla persona umana all’ambiente, per prevenire conflitti e per mantenere attive relazioni di pace. Le necessarie alleanze, ancora facilitate da una diffusa positiva visione sull’Italia ma che devono essere presto alimentate dal rafforzamento di partenariati concreti. I valori in cui crediamo e che dovremmo riuscire a comunicare meglio, anche e soprattutto rafforzando i rapporti di cooperazione, di fronte ad autoritarismi crescenti e sfide contrapposte che ci vengono da altri paesi. Le migrazioni, con la povertà che indubbiamente le genera ma anche con la globalizzazione che le favorisce grazie alla facilità delle connessioni, la maggiore istruzione, la percezione di migliori condizioni di vita e il naturale desiderio di incrementarle per sé e la famiglia; che devono quindi essere gestite in stretto rapporto e in cooperazione con i paesi di provenienza e tra tutti i paesi di arrivo.
Una presa di coscienza importante che il Tavolo trasmette alla polita affinché la cooperazione allo sviluppo non rimanga, come è stato evidenziato, un inutile specchietto per le allodole. Gli impegni assunti dall’Italia – nel proprio interesse poi – e la volontà più volte ribadita da Matteo Renzi di rafforzare la cooperazione italiana fino ad essere al terzo o quarto posto nel G7, devono trovare conferma nelle decisioni pratiche e nella legge di bilancio. Che non sembra però andare nella giusta direzione, anche se ci sono stati segnali positivi in particolare con l’aumento delle risorse nel 2016 e la rinnovata attenzione all’Africa e al Mediterraneo.
Su due problemi il Tavolo chiede al governo di intervenire con urgenza, sperando che il presidente Matteo Renzi, che ha giustamente fatto della cooperazione internazionale una sua bandiera, possa recepirli:
- La nuova legge 125/2014 ha apportato positive novità e ha aperto a nuovi soggetti istituzionali (agenzia nazionale, cassa depositi e prestiti, partecipazione degli altri ministeri e delle regioni) e soggetti privati (organizzazioni non profit e imprese profit). In più di due anni, però, la legge non ha ancora trovato piena applicazione: l’agenzia continua a rimanere dimezzata per carenza di personale tecnico e dirigenziale – dovuta all’impossibilità di aprire concorsi per personale specializzato esterno alla pubblica amministrazione – e la Cdp, che assumerebbe l’importante funzione di banca per lo sviluppo, non è ancora nelle sue piene funzioni.
- La legge di bilancio 2017 annulla la pur confermata volontà di aumentare progressivamente le risorse per la cooperazione allo sviluppo: a fianco dell’aumento già programmato per il triennio 2016-2018 ci sono infatti decurtazioni e tagli che lo annullano. Il 2017 vedrà quindi una diminuzione delle attività di cooperazione (terribile per la credibilità dell’Italia, proprio mentre si stava ripartendo con forza). Si troverà forse l’artifizio di presentarsi al G7 affermando il contrario, ma sarebbe meglio, oltre che più trasparente e conveniente per l’Italia, che tale affermazione fosse confermata da cifre reali.
Per OnuItalia, 6 Novembre 2016, http://www.onuitalia.com/2016/11/06/dalla-leopolda-firenze-con-mario-giro-tavolo-di-lavoro-sulla-cooperazione/